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domenica, ottobre 05, 2008

Tumore al polmone: l'80% dei malati chiede aiuto psicologico

Tratto da : Sanihelp.it
Annotate le vostre emozioni in un diario. Non pretendete di offrire sempre risposte. Non temete di chiedere al medico informazioni, fino a quando non è tutto chiaro. Il dolore può essere calmato, non sforzatevi di sopportarlo. Il dialogo è fondamentale: cercate un posto tranquillo per non essere disturbati. Sono questi alcuni dei consigli pratici che compongono il decalogo che oncologi e psiconcologi propongono ai pazienti di tumore al polmone(32 mila nuovi casi in Italia nel 2008) e ai loro familiari.

La SIPO (Società Italiana di Psiconcologia) e la Fondazione Aiom aderiscono al progetto Inspire, per offrire un supporto a chi affronta questa neoplasia e migliorare la qualità di vita del malato e di chi lo assiste. Hanno quindi realizzato due guide per sensibilizzare le persone sulle conseguenze emozionali del cancro, fornire informazioni pratiche, consigli su come gestire le situazioni di crisi e suggerimenti per facilitare la relazione.

Il progetto Inspire - un’iniziativa internazionale promossa da IPOS (International Psycho –Oncology Society) con il sostegno di Roche – ha inoltre condotto anche un’indagine europea sui bisogni dei malati: nel nostro Paese il 32% di questi ritiene di non ottenere un sufficiente supporto emotivo, l’80% gradirebbe riceverne di più, solo il 52% conosce l’esistenza di associazioni di pazienti e soltanto l’8% dispone di opuscoli dedicati.
Per cercare di rispondere a questa esigenza dal 2003 è stato attivato il numero verde dell' oncologia, un servizio di counselling psicononcologico e orientamento, attivo i giorni feriali dalle 14 alle 17, che fino a oggi ha registrato oltre 45.000 telefonate (45/55 al giorno) di cui oltre 15.000 relative al tumore del polmone.

Il tumore del polmone è una neoplasia che forse più di altre crea difficoltà emotive: la causa principale è infatti il fumo (87% dei casi) e questa consapevolezza può determinare nei malati senso di colpa e di impotenza per non aver saputo o potuto smettere.
Ma non è mai troppo tardi: se un tabagista cessa di fumare, il rischio di sviluppare la malattia si riduce progressivamente e dopo 10-15 anni le possibilità che si ammali sono identiche a quelle di una persona che non ha mai fumato.

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