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domenica, febbraio 18, 2007

Cancro: può produrre arterie sue

Tratto da: Repubblica

UN GRUPPO di ricercatori del Laboratorio di Oncologia dell'Istituto Giannina Gaslini di Genova, coordinati da Annalisa Pezzolo e Vito Pistoia, direttore del Laboratorio, ha dimostrato che in alcuni casi di neuroblastoma, un tumore solido pediatrico, i vasi sanguigni che portano nutrimento al tumore possono essere formati direttamente dalle cellule tumorali.
La crescita di qualunque tumore dipende dalla sua rete di vasi. Più ricca è tale rete, maggiore è l'apporto di sostanze nutrienti che alimentano lo sviluppo tumorale e maggiore è la malignità della neoplasia. Il neuroblastoma è il terzo tumore pediatrico per frequenza dopo leucemie e tumori cerebrali e colpisce prevalentemente bambini in età pre-scolare. Purtroppo in circa la metà dei pazienti la malattia si scopre quando ci sono già metastasi e soltanto il 25-30% di essi sopravvive a 5 anni, nonostante l'impiego dei più avanzati protocolli terapeutici.
Uno dei potenziali bersagli per lo sviluppo di nuove cure dei tumori è costituito dalla loro rete vascolare: infatti, colpendo selettivamente i vasi di nuova formazione del tumore, è possibile bloccarne o rallentarne la crescita. Tale approccio, che si è già dimostrato efficace nella terapia di modelli sperimentali di neuroblastoma, è basato sul presupposto che i vasi tumorali, a differenza delle cellule maligne, siano geneticamente normali.
Lo studio della Pezzolo, pubblicato su Journal of Clinical Oncology, dimostra per la prima volta che, in alcuni pazienti affetti da neuroblastoma, le cellule tumorali generano vasi funzionalmente normali, ma geneticamente alterati come le cellule da cui derivano. "Questa scoperta", dice Pistoia, "è molto importante perché vasi tumorali che presentano le stesse anomalie genetiche del tumore di origine possono essere resistenti a molti farmaci utilizzati nella chemioterapia anti-neoplastica e quindi, comprometterne l'efficacia".
"La raccomandazione che emerge dal nostro studio", conclude la Pezzolo, "è che i neuroblastomi di elevata malignità vengano sottoposti a screening per stabilire se i vasi sanguigni che li nutrono derivino da cellule normali oppure dalle cellule tumorali stesse. In quest'ultimo caso i vasi potrebbero essere resistenti ai trattamenti che vengono somministrati per distruggerli. E' pertanto opportuno in ogni paziente identificare l'origine dei vasi tumorali in considerazione delle possibili implicazioni terapeutiche. Ciò può essere fatto con tecniche relativamente semplici e poco costose nelle mani di un operatore esperto".

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