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domenica, luglio 16, 2006

L'ansia? Può salvarci dal tumore del retto

Una dose accettabile di ansia può essere una buona cosa se viene applicata alla ricerca di eventuali sintomi di tumori: lo sostengono i ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis in un articolo pubblicato dalla rivista Psycho-Oncology. Uno studio dimostra che le persone con un basso livello di ansia tendono a ignorare sintomi di tumore al retto per lunghi periodi di tempo, ritardandone il trattamento. Viceversa, persone con almeno un moderato livello di ansie tendono a riconoscere velocemente sintomi come il sanguinamento rettale e a collegarli ad una patologia grave.

“Praticamente tutti abbiamo sentito storie di pazienti che avevano sintomi di tumori ma hanno aspettato a lungo prima di cercare aiuto medico. Mi incuriosisce molto la psicologia di questo comportamento”, spiega Stephen Ristvedt, psichiatra. “La maggior parte delle persone motiva questa scelta con la paura o con la riluttanza a sentire la parola ‘cancro’ dal proprio medico, ma non capisco perché al tempo stesso tali persone siano generalmente ottimiste e non preoccupate come dovrebbero dai loro rinvii”.

Lo studio ha esaminato 69 pazienti con diagnosi di tumore al retto in cura presso il reparto di Colon and Rectal Surgery della Washington University School of Medicine. Ai pazienti è stato chiesto di indicare quanto tempo è passato dai primi sintomi alla consapevolezza che potesse trattarsi di qualcosa di grave e quanto tempo è passato dalla comparsa delle loro paure alla decisione di rivolgersi ad un medico. In più, ogni paziente è stato sottoposto ad un test psicologico per misurare il suo livello di ansia.

L’analisi dei dati ha mostrato che il 71 per cento non ha attribuito il sanguinamento rettale ad un tumore, ma ad emorroidi, dieta, danni fisici, stress o ulcere. Tra tutti i pazienti, il periodo di tempo intercorso tra la comparsa dei sintomi e la paura va da un minimo di pochi giorni a due anni.

I periodi di attesa più alti sono stati riscontrati nei pazienti con livelli di ansia più bassi (30 settimane di media), mentre gli ansiosi hanno una media della metà. “Gli ottimisti ad oltranza tendono a considerare la loro salute più buona di quello che è, anche se sono gravemente malati”. Il tempo necessario per rivolgersi ad un medico è stato invece in media breve in tutti i pazienti, in media una settimana.

Insomma, in alcuni casi non tutta l’ansia viene per nuocere.

Fonte: Washington University School Medicine, 2005.

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